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La gerarchia dei rifiuti

La gerarchia dei rifiuti

Ogni giorno, il mondo produce circa 3.5 milioni di tonnellate di rifiuti. In media, un cittadino dell’ Unione Europea produce 5 tonnellate di rifiuti all’anno. In questo momento la popolazione mondiale è di circa 7.7 miliardi, immaginate cosa succederà quando arriveremo a 10 miliardi! Tutti i prodotti che dovremo produrre, gli imballaggi, e ovviamente, la spazzatura che ne deriverà.

Quando parlo di queste statistiche a lavoro o con gli amici, e chiedo “come si può fare per ridurre il problema?” Di solito la risposta che ottengo è quasi sempre “riciclando di più”!

Il riciclaggio, che fino al dopoguerra non era una pratica tanto conosciuta e promossa, oggi è diventato centrale nella vita di molte persone. Tant’è che la maggior parte delle volte che parlo di stili di vita sostenibili, le persone mi rispondono “vabè, ma io riciclo eh!”.

Il problema è che soltanto una piccola parte dei prodotti che gettiamo via è riciclabile. E il materiale più problematico è, a mio avviso, la plastica. Non tanto per i problemi che comporta se non viene riciclata correttamente, ma soprattutto per il fatto che, al giorno d’oggi, la maggior parte delle persone NON SA quali materiali in plastica siano effettivamente riciclabili. Ad esempio, lo sapevate che la pellicola qui sotto, che di solito ricopre i pomodori venduti in blocchi, o i crackers , non è plastica e non è riciclabile?

E quindi succede che buttiamo nel cestino del riciclaggio una marea di imballaggi e materiali che riciclabili non sono. E si incorre nel problema della contaminazione, per cui le aziende che devono smaltire la spazzatura, vedendo che il cestino del riciclaggio è stato contaminato con materiale non riciclabile, si trovano costrette a smaltire TUTTO il cestino del riciclaggio come come indifferenziato. E quindi a buttarlo in discarica o a bruciarlo negli inceneritori.

E quindi, se il riciclaggio non è la soluzione, come risolvere il problema di questa spazzatura che si accumula?

Semplice, la gerarchia dei rifiuti.

La gerarchia dei rifiuti. Fonte: Arpat
  1. Il primo step è sempre la minimizzazione o, come preferisco chiamarlo io, la prevenzione. Evitate di creare spazzatura, che sia riciclabile o meno, evitando di comprare prodotti, e comprando quelli strettamente necessari. La prossima volta che siete al supermercato, pensate a tutti i prodotti che state comprando, e la spazzatura che ne deriverà. E pensate che solo una piccolissima parte, a causa della contaminazione, verrà riciclata. Vi servono davvero tutti questi prodotti? Dovete ogni volta riempire il carrello, comprando cibo che andrà in dispensa, vestiti che vi metterete sì e no ogni tanto? C’è qualcosa che potete evitare di comprare? Invece di comprare 6 bottiglie d’acqua, il cui imballaggio di plastica non è riciclabile, perchè non comprate uno di quei bottiglioni da 6 litri, che tra l’altro è 100% riciclabile?
  2. Poi viene il riutilizzo. Riutilizzate quello che già avete comprato. Dalle bottiglie ai vestiti. Evitate di comprare oggetti usa e getta, o fatti con materiali non durevoli (lo sapevate che i vestiti di Zara in media non resistono al terzo lavaggio?).
  3. Poi viene il riciclaggio, tanto amato e conosciuto da tutti! Ricordiamoci di riciclare per bene però, altrimenti incorreremo nella contaminazione e tutti i nostri sforzi saranno stati invani. Informatevi su cosa è, e non è, riciclabile (i fazzoletti di carta, non sono carta. Andrebbero buttati nell’indifferenziato. Così come lo scottex. Il tubetto del dentifricio non è plastica, va nell’indifferenziato!).
  4. Poi viene il recupero. Questo è fatto principalmente dal Comune o dall’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, la quale, invece che buttare il materiale in discarica, lo porta ad un inceneritore e lo brucia per creare energia (il cosiddetto recupero di energia dal materiale).
  5. E infine, c’è lo smaltimento, cioè buttare il materiale nel cestino dell’indifferenziato, facendolo finire in discarica, con la conseguenza che si decomporrà in oltre 10 anni (o 100 anni, dipende dal materiale). La prossima volta che vi trovate di fronte a un cestino dell’indifferenziato (ad esempio, quelli che si trovano in piazza in città) pensate che siete arrivati alla fine della piramide, saltando tutti gli step precedenti, e che state compiendo l’azione della gerarchia che ha meno potenziale di tutte.

Fidatevi, che se seguirete questa Gerarchia, secondo cui, in primis, dovremmo minimizzare e prevenire, starete aiutando il pianeta molto di più che riciclando!

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