
Incendi in Australia
Ho scattato questa foto nel 2014, nel Parco Nazionale delle Blue Mountains, in Australia. Oggi penso non esista più, o sia molto diverso da come appariva allora. È stato in parte o completamente distrutto dalle fiamme. Si sente tanto parlare degli incendi in Australia in questi giorni, che sono causati da noi, da te e me. Sono aggravati dal surriscaldamento globale, causato dagli allevamenti di animali e dall’industria del petrolio (quindi transporti, plastica ecc.), che creano le cose che noi consumiamo tutti i giorni.
La psicologia dimostra che noi esseri umani tendiamo a pensare a noi stessi in maniera sempre positiva. Quando sogniamo a occhi aperti, o ci immaginiamo tra 20 anni, ci vediamo sempre come i supereroi della nostra vita: arriveremo a capo di un’azienda, finiremo in televisione, salveremo vite, scopriremo una cura per una malattia rara, avremo tanti followers sui social media.
Per questo motivo, quando il nostro stile di vita viene criticato, preferiamo voltarci dall’altra parte. È più facile pensare che gli incendi siano colpa del Governo australiano, che del nostro stile di vita sbagliato. E quindi critichiamo i vegani perché sono estremisti (nota: le Nazioni Unite hanno definito la dieta vegana: il miglior modo per salvare il pianeta dal cambiamento climatico); prendiamo la macchina per andare al supermercato a 10 minuti da casa, voliamo per andare in vacanza tre volte l’anno, e mangiamo cibo esotico tutto l’anno. Nel frattempo, ricicliamo (che quella è una cosa facile da fare), e facciamo una donazione per i pompieri e i koala in Australia, perché ci dispiace per gli incendi, e vogliamo che i nostri amici sappiano che siamo persone buone.
Però l’esame di coscienza per capire come prevenire gli incendi in futuro se lo fanno in pochi. Il mio consiglio per aiutare l’Australia, in questo esatto momento, è cambiare il vostro stile di vita. Ma non deve essere un cambio radicale, altrimenti vi stancherete e ritornerete alle vecchie abitudini. Iniziate cambiando un’abitudine a settimana, o due volte al mese. Ci sono tante cose che potete fare: fate il bucato a 30 gradi o a freddo (fidatevi, vanno via lo stesso le macchie), abbassate i termosifoni in casa (basta vestirsi di più, è inutile comprare le magliettine fini di Zara e poi mettere i termosifoni a 28 gradi in casa); non comprate macchine a diesel; se dovete andare da qualche parte, usate i mezzi pubblici, anche solo una volta a settimana; evitate la carne o riducetene drasticamente il consumo (ma, tanto per capire, lo sapete che ci vogliono 11.500 litri d’acqua per fare 1chilo di bistecca, vero?), imparate come riciclare per bene (andate su internet per capire cosa è o non è plastica), boicottate la fast fashion (e informatevi su cosa sia).
Non possiamo spegnere l’incendio sulle Blue Mountains dall’Europa, ma possiamo prevenire quelli futuri, che a breve arriveranno nel Sud d’Italia.
E non pensate, neanche per un secondo, che il vostro stile di vita non stia causando tutto questo. Ci sono 7.7 miliardi di persone nel mondo (a breve saremo 8.5 miliardi), che consumano e sprecano senza pensare.
Immaginate l’impatto, se tutti se ne fregassero e continuassero così.