
Carbon Offset
Ed eccoci a parlare di una delle questioni più controverse nella storia della sostenibilità. Il carbon offset.
Cos’è il carbon offset?
Il carbon offset si basa su un principio piuttosto semplice. Tutto quello che fate nella vostra vita di tutti giorni (dalla colazione, al viaggio verso il posto di lavoro, al pranzo, allo shopping, al viaggio verso casa, alla cena) crea CO2 (o, se vogliamo essere specifici, crea gas serra e altri agenti inquinanti – tra cui CO2 – che danneggiano l’ambiente. Ma noi, per semplicità, diremo che la nostra vita di tutti i giorni crea CO2).
Semplificando, prendiamo la colazione, e ipotizziamo che mangiate un caffè e un cornetto (mi scuso con i biologi nutrizionisti che stanno leggendo questo articolo). Il caffè è partito dall’Africa, dove un tempo era un seme, che poi è stato innaffiato (ci vogliono 140 litri d’acqua per far crescere, tostare e macinare il caffe contenuto in una tazzina di caffe), è diventato una pianta, ha prodotto un frutto che è stato raccolto, processato (e quindi energia per far funzionare i macchinari che lo hanno processato), poi a un certo punto sarà stato pulito, lavato ecc. (i famosi 140 litri d’acqua). Poi è stato imballato (utilizzando carta, o plastica ecc.), è stato messo su un camion a benzina, e molto probabilmente poi su un aereo che emette tantissima CO2, e spedito da qualche parte in Italia. Nuovamente imballato nella confezione in cui lo comprate, è stato messo su un camion a diesel, che lo ha portato al supermercato dove lo avete comprato voi.
Non mi ripeto per il cornetto, il senso lo avete capito. Lì parte tutto dal grano.
Questa è solo la vostra colazione. E se calcolassimo la CO2 prodotta da tutto il processo di produzione e trasporto del caffè e del cornetto, avremmo come risultato la CO2 emessa dalla vostra colazione. E, allo stesso modo, potremmo calcolare la CO2 emessa da tutte le vostre attività quotidiane.
Il carbon offset, è il principio per cui, siccome tutto quello che facciamo produce CO2, e quando l’abbiamo prodotta (siccome è un gas) è lì che galleggia nell’atmosfera e contribuisce al riscaldamento globale, possiamo fare qualcosa per assorbirla dall’atmosfera, in modo che smetta di contribuire al riscaldamento globale. Dei calcolatori online vi permettono di calcolare la vostra carbon footprint (la CO2 delle vostre attività) e, se volete, di investire dei soldi in progetti che assorbono questa CO2, come ad esempio il piantare un albero.
Quella che segue è la MIA opinione sul carbon offset.
Fondamentalmente, penso che il carbon offset sia utile. Se tutti noi ci impegnassimo a calcolare la nostra carbon footprint totale, e a compensarla piantando alberi o investendo in un qualunque progetto che assorbe CO2 dall’atmosfera (ad eccezione del CCS, a cui sono e rimarrò per sempre contraria), il mondo sarebbe davvero un posto migliore.
I problemi del carbon offset, a mio parere, sono 2:
- L’assenza di trasparenza. È come quando doniamo al WWF o a una qualsiasi altra organizzazione. Come facciamo a sapere che i soldi sono stati spesi davvero per piantare quell’albero, e non per pagare lo stipendio dell’amministratore delegato? Beh, possiamo investire in progetti certificati. Cioè progetti che sono stati controllati da un ente esterno, che ci assicura che i soldi vengano spesi per quel progetto. Molto famoso è il Voluntary Gold Standard. Anche se, in Green Gone Wrong, Heather Rogers, dopo aver controllato di persona alcuni di questi progetti, spiega che, in realtà, i soldi non sempre sono investiti in quei progetti.
- L’abuso. È facile eh, fare quello che vogliamo, vivere in maniera sregolata e fregarsene dell’ambiente, e poi spendere 30 euro per piantare un albero e compensare la CO2 della nostra giornata. Uno dei problemi, a mio avviso, molto importante, del carbon offset, è che il consumatore medio (ammesso che ne sia a conoscenza) ne abusa per lavarsi la coscienza e continuare a non interessarsi a dovere dell’impatto ambientale del proprio stile di vita.
Come e quando usare il carbon offset
Il mio consiglio? Non usate il carbon offset per la vita di tutti i giorni.
Usatelo per compensare l’impatto di un’azione che sapete, impatterà in maniera notevole sull’ambiente.
Ad esempio, un viaggio in aereo, che molto probabilmente ognuno di voi fa, almeno una volta l’anno. Io uso il carbon offset quando volo (sì, faccio coming out, io viaggio in aereo più di quanto vorrei, per motivi di lavoro e logistici, ovvero vivo a Londra e la mia famiglia vive a Firenze). Ogni volta che volo, calcolo la CO2 che emetto volando, cosa dovrei fare per compensarla, e quanto mi costerebbe.
I miei siti internet preferiti per il carbon offset sono ClimateCare e Carbon Footprint. Sono facili da usare, e alla portata di tutti. In genere, però, non investo i soldi nei progetti che propongono loro (ce ne sono tanti. Dai parchi eolici in Patagonia, alle stufe sostenibili in Africa). Dono soldi a Trees for Cities, che è un’organizzazione con cui lavoro e che so che (quasi certamente) investirà i miei soldi nel piantare un albero in una zona vicino a Londra.
Nota: se vivessi a Firenze andrei in un bosco e lo pianterei io l’albero (e probabilmente prima contatterei il nonno di Irene per informarmi sulle specie autoctone).
Per la vita di tutti i giorni, vi consiglio di non usare il carbon offset. Impegnatevi a non emetterla la CO2, invece che a compensarla.
- Abbassate i termosifoni in casa, vestitevi con maglioni pesanti invece che con magliette a maniche corte, per poi mettere i termosifoni a 26 gradi;
- Utilizzate energia verde per la vostra casa;
- Mangiate meno carne rossa;
- Dovete davvero guidare tutti i giorni? Ci sarà pure un posto che potete raggiungere in bici o in bus;
- Dovete davvero volare per andare in vacanza? E se invece prendeste il treno? (spoiler: quest’anno viaggerò almeno una volta da Londra a Firenze in treno, e documenterò tutto il viaggio. E se per una volta, sui vostri canali social, invece che la foto della cena col calice di vino, postaste una foto di voi su un treno o su un autobus, e spingeste i vostri amici a viaggiare in maniera sostenibile?).
Nota finale: un sito internet che adoro è ShamePlane, che permette di calcolare quanta CO2 emettono i voli, e a quanto equivale quella CO2 in termini di ghiaccio sciolto nell’Artico (spoiler: un volo Los Angeles-Parigi equivale a una perdita di 10.5 metri quadri di ghiaccio!).