
Cosmesi Sostenibile – Breve Guida al Consumatore
– No ADV –
Articolo scritto da Giordana Bartimoccia. Febbraio 2021
Tutti noi ricorriamo ai prodotti cosmetici, perchè apparire meglio ci fa sentire meglio. Siamo continuamente esposti ai social che, oltre a un ideale stereotipato di bellezza, ci propongono i prodotti per tentare di raggiungerlo. Ma le scelte che facciamo in ambito cosmetico sono sostenibili? Nella distesa di prodotti pubblicizzati come green, qual è davvero un cosmetico sostenibile?
Una cosmesi sostenibile deve prendere in considerazione molteplici aspetti, che vanno dall’attenzione alle componenti del prodotto, alle scelte etiche in materia di sperimentazioni animali, passando per la filiera di produzione, con il suo impatto ambientale e sociale, per finire con il packaging e la distribuzione.
Aumentando la preferenza dei consumatori nei confronti di prodotti sostenibili, sono cambiate anche le politiche delle aziende cosmetiche, che a livello mondiale fatturano 10 mld annui; le quali si orientano sempre più verso prodotti ad impatto ambientale ridotto.
Cos’è la cosmesi sostenibile?
Per capire se un prodotto cosmetico è realmente sostenibile, non ci si può limitare all’etichetta “vegan friendly”, ma vanno considerati più aspetti: le materie prime, la composizione del prodotto, le politiche cruelty-free e il bilancio sociale, ovvero le politiche di rispetto dei diritti dei lavoratori e, infine, l’impatto ambientale.
La regola per il buon cosmetico è : “Less is more” ! Quando le materie prime sono buone si possono usare meno ingredienti. Forse come definizione è un po’ semplicistica ma, all’inizio del percorso di consapevolezza, risulta efficace.
In ogni caso, si può sempre consultare l’ INCI (nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici). Un catalogo che mira a standardizzare le sostanze chimiche presenti nel prodotto cosmetico, nato negli anni 70 in America. L’ INCI fornisce un elenco di tutti i prodotti dal più innocuo per la salute (colorato in verde), a quelli più controversi e dannosi (segnalati in rosso).

Grazie, inoltre, all’INCI si può evitare un‘ulteriore insidia nascosta nei cosmetici, che li rende non sostenibili: le microplastiche. Sono segnalate sull’etichetta con le diciture Polyethylene (Pe), Polymethyl methacrylate (Pmma), Polyethylene terephthalate (Pet), Polypropylene (Pp). Le microplastiche sono ancora legali in Europa, anche se l’UE si è impegnata a firmare una legge che ne vieta il commercio (ma entrerà forse in vigore nel 2030). Il problema delle microplastiche è legato all’inquinamento del mare e all’alterazione della flora marina, con il conseguente scioglimento dei ghiacciai.
Un altro aspetto importante per un cosmetico sostenibile è la politica cruelty free. Questa politica prevede che non vi siano ingredienti di origine animale e, soprattutto, che nè i singoli ingredienti, nè il prodotto finito siano stati testati sugli animali. Quindi, anche se un cosmetico porta la dicitura “vegan”, cioè non ha ingredienti di origine animale, non significa che sia un un cosmetico sostenibile, privo di sfruttamento animale.
Il packaging non è da sottovalutare! Prodotti monouso, o venduti in piccoli quantitativi oppure in confezioni complicate per ragioni di marketing, sono assolutamente da evitare. Più è complessa la confezione, più impatta a livello ambientale e sarà difficile riciclarla correttamente.
Come scegliere il prodotto giusto, evitando di commettere errori?
1. Leggere l’INCI
Innanzitutto leggendo l’etichetta. Confrontandola con l’INCI si può far corrispondere a quei “nomi strani”, degli indici di pericolosità per la salute. Inoltre, orientando le proprie scelte verso etichette “corte”, si sceglieranno cosmetici con meno prodotti chimici e quindi più sostenibili.
Questo è il link per controllare le componenti del prodotto cosmetico prima di acquistarlo.
2. Seguire il coniglio che salta
Scegliere cosmetici che sostengono il “cruelty free”: senza troppa fatica, si può cercare sulla confezione il coniglio che salta tra due stelline.

Il logo, ormai simbolo, è stato creato dalle maggiori organizzazioni animaliste mondiali, guidate dalla Coalizione europea contro la vivisezione (ECEAE), di cui la LAV è membro italiano. L’uso di questo logo prevede inoltre l’approvazione di ICEA (Istituto Per La Certificazione Etica Ed Ambientale) un istituto senza fini di lucro che monitora la sostenibilità della filiera di produzione, garantendo un modello di economia sostenibile e solidale.
Al link troverete un elenco stilato dalla Leaping Bunny, con tutte le aziende realmente cruelty free, a livello internazionale, sia europee e che di importazione.
3. Scegliere il formato con meno imballaggi
Acquistare un prodotto che abbia meno plastica possibile, privo di scatole in cartone che racchiudono tubetti di plastica. E’ meglio prediligere il formato solido, che consente un maggiore quantitativo di prodotto in un imballaggio più contenuto. Quando possibile, comprare il formato “Maxi”: più prodotto in meno plastica… inoltre è spesso il più economico! Se siamo indecisi tra due cosmetici, un aiuto può darcelo la dicitura “MADE IN ITALY”: così siamo sicuri che non abbia preso più aerei di noi, risparmiando in questo modo sulle emissioni di CO2.
Last But not Least…
Se la vostra marca preferita non si occupa di cosmesi sostenibile, SCRIVETELE! Mandate una email all’azienda, e scriveteci qui nei commenti e anche noi contribuiremo alla causa!
Come consumatori abbiamo potere, dobbiamo solo fare scelte consapevoli!
Un articolo molto interessante ed esaustivo su argomenti di cui si parla ancora poco!